Piero Angela: “Sono un uomo di scienza”

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di MARIA GIGLIOLA TONIOLLO <>

Circa un anno fa se ne andava dal mondo Piero Angela, uomo il cui non comune, intenso valore spirituale mai aveva tradito un indomabile spirito laico, per questo se ne parla: il suo amore per la verità, il suo ruolo contro le falsità delle pseudoscienze, la sua ferma ribellione contro il luogo comune e lo stereotipo, il senso del dovere, tutto ciò dà alla storia di Piero Angela una sorta di profondità mistica, ne fa un padre importante della divulgazione scientifica in Italia, ma soprattutto un segno per lo stato laico.
C’è chi racconta di quando lo vedeva arrivare in ufficio e lanciare come prima cosa il suo basco sull’attaccapanni cercando di fare centro… il suo fascino personale era quello di un uomo serio, profondo e sorridente, tanto che, come scrive Giuliana Galati, avremmo voluto averlo nelle nostre famiglie, al tavolo dei pranzi domenicali, al pianoforte a suonare jazz mentre cala la sera, con le favole della buonanotte di lontane tribù africane o di lanci di missioni lunari… Inizialmente il suo interesse era stata la musica, passione di tutta un’esistenza che aveva continuato a vivere fino all’ultimo. Alla camera ardente in Campidoglio la fila di persone per salutarlo non finiva mai, anziani, adulti, studenti, gente elegante o “con un completo da pallacanestro, con i tacchi o con le Crocs, la cravatta o le braccia piene di tatuaggi…”.
Nella sua lunga vita professionale Piero Angela ha vissuto dentro due cori distinti e contrapposti: gli adoratori, pronti a farne un santo laico e gli avversari che, criticandone l’impostazione e dandogli del “positivista ottocentesco”, lo dipingevano, caricando i toni, come un “belzebù contemporaneo”. Il giornalista radiofonico Andrea Arnaldi, sosteneva che Piero Angela eliminando ogni riferimento alla dimensione soprannaturale in nome di una laicità più simile al laicismo, si era inevitabilmente precluso un’importante strada di indagine del reale e tuttavia sul piano del metodo nessuno aveva mai potuto negare la sua statura di gigante, incluso chi passava la vita a lanciare strali contro lo “scientista-razionalista-materialista-positivista”.
In un’intervista di alcuni anni fa, egli aveva definito la morte “una scocciatura” tagliando corto sull’inevitabile questione del se credesse o no in Dio: “Non mi sono mai dichiarato né ateo, né agnostico, né credente. Io la penso come la penso. Sono un uomo di scienza e non mi posso esprimere riguardo a Dio”, del resto per settant’anni aveva preso per mano gli italiani muovendosi soltanto in ambito di prove concrete: “Ecco perché su Dio non posso pronunciarmi”, sosteneva, scienziato fino in fondo, non disposto a dare credito nemmeno al Padreterno senza una prova scientifica. Dopo “Indagine sulla parapsicologia”, inchiesta televisiva del 1978, nel corso di SuperQuark aveva combattuto la superstizione e il paranormale. Forse oggi non è facile valutare la forza rivoluzionaria di quell’impegno, quando in quegli anni il paranormale era la grande fascinazione per milioni di persone che sceglievano di credere in metalli soggetti alla forza del pensiero. Piero Angela è stato amico di James Randi, prestigiatore, illusionista e smascheratore di ciarlatani. Raccontava spesso di come insieme avevano osservato e disvelato truffatori e imbonitori e di come, miseramente, questi erano crollati. Nessuno riesce a piegare il metallo con la mente, a muovere oggetti a parlare coi morti, nessuno determina transustanziazioni. L’israeliano Uri Geller era divenuto famoso in tutto il mondo sostenendo di possedere straordinarie facoltà che gli avrebbero consentito di piegare i metalli con la forza del pensiero e di leggere il contenuto di buste chiuse, persino alcuni ricercatori che lo avevano esaminato si erano convinti della genuinità delle sue performance. Nel programma televisivo Rischiatutto, inoltre, divenne campione Massimo Inardi, grande appassionato e cultore di parapsicologia. Piero Angela da buon razionalista, si era occupato di certi fenomeni cercando di fare chiarezza, come era nel suo stile senza invettive e con lui quel mondo cominciò finalmente a vacillare, anche se cartomanti e maghi televisivi avrebbero speculato sulla credulità popolare ancora a lungo. La psicologia delle bufale, argomento spesso affrontato in Superquark, dimostra ancora oggi quanto fosse necessario e inderogabile un lavoro scientifico e di verità soprattutto in un Paese di politici negazionisti e revanscisti, con partiti apertamente in dissenso col sapere scientifico. Piero Angela è stato tra i primi a comprendere quanto nel nostro Paese ci fosse urgenza di un movimento culturale e di opinione capace di promuovere la scienza e il pensiero razionale, contrastando la diffusione di teorie pseudoscientifiche e di miserande superstizioni. Aveva sentito l’esigenza di fare altro, oltre i libri e l’inchiesta televisiva, per contribuire a diffondere il pensiero razionale e arginare il dilagare di false credenze. Riunì così un gruppo di illustri scienziati, tra cui Edoardo Amaldi, Daniel Bovet, Silvio Garattini, Danilo Mainardi, Aldo Visalberghi, Adriano Buzzati-Traverso, Giorgio Tecce, Roberto Vacca, formando un comitato che avesse il compito di contrastare le informazioni distorte e pseudoscientifiche e successivamente pensò che l’iniziativa non dovesse essere riservata ai soli scienziati, ma dovesse essere aperta a chiunque amasse il pensiero razionale e la scienza. Nacque così il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale. Oggi i maturandi ’23 si sono trovati proprio Piero Angela fra temi da sviluppare, è stato scelto un brano tratto da Dieci cose che ho imparato, l’ultimo suo libro. Pensando a lui Sergio Della Sala, attuale presidente del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze ha sostenuto che “La scienza ci fa vivere meglio, e ci permette di navigare le complessità. Ma dobbiamo saperla usare ed evitare le allodole semplicistiche di pseudoscienze e scientismo”. L’esempio di Piero Angela smentisce le tante dicerie su presunte conversioni religiose di non credenti in punto di morte: la morte si può affrontarla mantenendo la propria coerenza e le proprie idee, coerenza rispettata anche dalla famiglia con esequie rigorosamente laiche.


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