“Ristabilire l’ordine naturale”

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SANDRO GALLITTU <>
Tutto, per chi voleva vederlo, era chiaro fin dal 2018, quando il Forum del Parlamento Europeo pubblicò uno studio intitolato “Restoring the natural order”, “Ristabilire l’ordine naturale”, come nella traduzione italiana curata da SNOQ Torino. Poi, per aprire gli occhi di chi si fosse ostinato a non voler guardare, era arrivato il famigerato “Congresso delle Famiglie” del Marzo 2019 a Verona e la reazione vivace, sfociata in una imponente manifestazione di piazza, dei movimenti che aveva fatto ben sperare nella capacità di reazione del nostro Paese di fronte a un’involuzione non solo autoritaria ma chiaramente integralista, reazionaria, confessionale nei suoi caratteri costitutivi. La pubblicazione del 2018 raccontava con dovizia di particolari come le estreme destre religiose si stessero organizzando in Europa come nel resto del mondo a partire dagli USA (Bannon, Trump) per fare arretrare i diritti sessuali e riproduttivi della persona dopo una stagione di avanzamenti più o meno significativi a seconda dei Paesi in cui si erano realizzati. Non a caso le principali aree d’azione di quell’internazionale della reazione rappresentavano l’anello di congiunzione tra le destre politiche estreme e l’integralismo religioso. Ampi settori vaticani, evangelici, ortodossi e altre frange ansiose di imporre diktat sui corpi e sulle vite delle persone: aborto, divorzio, la cosiddetta teoria gender, le famiglie omogenitoriali, i percorsi di procreazione assistita, che si trattasse di pma o – peggio – di gestazione per altre e altri. Su tutto questo le leadership politiche e quelle religiose si esprimevano all’unisono non a caso sposando la definizione di “temi etici” o “eticamente sensibili” anziché quella di “diritti della persona” per poter giustificare inaccettabili interferenze nella sfera personale altrui, diversamente difficilmente difendibili. Anche la scelta del linguaggio, direttamente mutuato dai movimenti pro-diritti e pro-choice, corrispondeva alla stessa narrazione: dai diritti del non nato al diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni fino al diritto di difendere la famiglia tradizionale non si parla più di divieti, proibizioni, diktat religiosi ma di diritti presuntamente loro negati.

Tra i protagonisti di quella stagione e tra chi sosteneva quelle posizioni integraliste erano presenti fin dall’inizio esponenti della lega e di fratelli d’Italia, cioè le destre estreme italiane oggi al potere e tra loro l’attuale Presidente del Consiglio: quanto avvenuto su queste tematiche dal momento della loro ascesa al governo alla fine del 2022 era tutto già scritto in quei programmi deliranti e gli accordi pre-elettorali  con provita&famiglia (oltre alle massicce candidature di esponenti di quel movimento nelle liste della destra estrema)  altro non erano  che la certificazione di assonanze e intese già esistenti nei fatti.

Da allora il clima di persecuzione si è fatto sempre più opprimente soprattutto nei confronti di quelle fasce di popolazione che più incarnano i loro obiettivi: l’attacco nei confronti delle persone trans e delle loro rivendicazioni per l’autodeterminazione nei percorsi di affermazione di genere, quello contro le figlie e i figli delle coppie dello stesso sesso, le affermazioni secondo le quali l’aborto “purtroppo è un diritto” oltre agli intralci all’esercizio di quel diritto nelle regioni governate dalle stesse forze politiche, rispondono a un programma già scritto e ad azioni analoghe in altri paesi nei quali al potere si trovano partiti segnati dalla medesima ispirazione. L’elencazione delle prese di posizione e delle norme approvate o per ora solo ipotizzate è lunga e costante: gli appelli alle scuole perché neghino le cosiddette carriere “alias”, l’approvazione di mozioni contro le fantomatiche “teorie gender” nelle scuole, le ispezioni in strutture sanitarie che seguono i minori  in percorsi di affermazioni di genere e autorizzano se necessario la somministrazione di farmaci bloccanti della pubertà, le circolari dirette ai sindaci per impedire la trascrizione degli atti di nascita di bambine e bambini con doppia genitorialitá dello stesso sesso e, infine, l’approvazione della legge sul “crimine universale di maternità surrogata” come a loro piace definirla. Tutto questo in barba appunto ai più elementari diritti della persona e, segnatamente, dei diritti delle persone più esposte e più fragili: come definire sennò l’assoluta indifferenza nei confronti dei benefici che derivano ai minori in transizione (con certificate, sensibili riduzioni del rischio suicidiario) dall’accesso alle carriere alias e dal fatto di essere seguiti nei percorsi di transizione? O ancora l’accanimento nei confronti di bambine e bambini deprivati di una delle due figure genitoriali e dei conseguenti diritti in barba alle ripetute raccomandazioni della Corte Costituzionale e delle Corti Europee? Tutto questo in nome di un’ideologia feroce disposta a sacrificare la vita delle persone sull’altare di principi etico-religiosi che diventano devastanti quando applicati alla vita altrui anziché a quella di chi in quei principi legittimamente crede. E stupisce e addolora che in sede di consuntivo dell’operato e dei danni prodotti dal governo di estrema destra in questi primi anni di legislatura, sia la stampa che i partiti di opposizione siano apparsi distratti o restii a focalizzare l’attenzione sull’attacco ai diritti che invece costituisce a tutti gli effetti uno dei principali fili conduttori dell’azione del governo e della sua maggioranza oltre che uno strumento usato a piene mani per compattare il proprio elettorato più radicalizzato e violento: come se, oltre a subire pesantemente gli effetti del populismo, non si volesse alzare troppo la voce per paura di un eventuale mancato gradimento del proprio elettorato. Come se i diritti della persona e la loro violazione fossero in fondo negoziabili. Come se soffrissero di populismo interiorizzato.



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