Un auspicio sul 25 aprile

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di RAFFAELLO MORELLI <>

Giunti al 79° anniversario della Liberazione, sul tema antifascismo continua purtroppo ad essere ancora diffuso un grave errore concettuale. Larga parte del paese – più precisamente quella di sinistra, sia essa marxista, cattolica o laica – è convinta che il governo possa dirsi democratico solo se innanzitutto dichiara di essere antifascista. È una convinzione sbagliata e perciò pericolosa.
I liberali – che sono stati antifascisti fin da quando opposero al Manifesto del Fascismo (a firma di Gentile, Pirandello, D’Annunzio, Ungaretti, Malaparte e dal futurista Marinetti) il Manifesto degli antifascisti promosso da Croce (e poi sottoscritto tra gli altri da Einaudi, Amendola, Alvaro, Montale, Momigliano, Matilde Serao, Salvemini) – sono certi delle responsabilità del fascismo e della sua perenne inadeguatezza per governare la convivenza civile. Peraltro, in base all’esperienza storica, sono altrettanto sicuri che l’antifascismo è una condizione necessaria ma che non può mai essere
sufficiente per garantire la libera convivenza dei cittadini.
Per tale garanzia, ci vuole la pratica della libertà, del riconoscere la diversità di ciascun convivente, di accettare il continuo conflitto democratico tra le diverse proposte dei cittadini. Dunque occorrono l’autonomia della cultura dalla politica, l’abbandono del fideismo, il rifiuto di ogni concezione totalitaria. È distorcente focalizzare l’impegno solo sull’antifascismo e trascurare l’anticomunismo oppure l’avversare i movimenti politico culturali che danneggiano la libera convivenza civile.
Invece atti di opposto indirizzo costellano l’attuale celebrazione del 25 aprile. A cominciare dal tentativo di strumentalizzare la celebrazione per opporsi al Governo in carica quale appartenente al filone della Repubblica Sociale. Od anche dal mettere in discussione, come sta avvenendo in varie parti d’Italia, il diritto di considerare parte integrante delle forze della Resistenza la Brigata Ebraica che ne fu sempre parte materiale (a differenza delle forze arabe palestinesi alleate dei nazisti). Od anche dall’indignarsi per le bombe su Gaza ed usare l’occasione del 25 aprile per chiedere di
por fine agli accordi con le università israeliane fingendo che non esista il massacro del 7 ottobre perpetrato a freddo da Hamas.
L’auspicio dei liberali sul 25 aprile è che finalmente si utilizzi questa ricorrenza non per celebrare l’antifascismo, non per attaccare il Governo, bensì per rafforzare la pratica dei principi di libertà evocata da tale data: E per togliere dal tavolo tutte le suggestioni di sogni impositivi che sono un pericolo quotidiano per il far vivere la libertà individuale del cittadino, che, attivando gli scambi tra diversi, agisce in aiuto dei più deboli ed è la premessa ineludibile della pace.



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