Taras Hryhorovyč Ševčenko. Il testamento del poeta ucraino

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di ANDREA CATTANIA <>

I versi che pubblichiamo in questo numero sono di Taras Hryhorovyč Ševčenko. Scrittore, poeta e pittore dell’Ottocento, Ševčenko è considerato oggi uno dei maggiori protagonisti della cultura ucraina.
Era nato nel marzo 1814 nell’Impero Russo, nel villaggio di Morynči (Governatorato di Kiev), presso una famiglia di servi della gleba. Imparò a leggere con l’aiuto di un precettore del villaggio e rimase orfano all’età di undici anni. Tre anni dopo seguì Pavel Engelhardt, presso il quale lavorava, a Vilnius, dove rimase fino al 1831, e successivamente a San Pietroburgo.
Quando Engelhardt notò il suo talento artistico gli consentì di studiare le tecniche pittoriche e di incontrare i principali artisti ucraini, uno dei quali comprò la sua liberazione nel 1838. Da quel momento ottenne numerosi riconoscimenti come pittore, ma già da qualche tempo aveva iniziato a scrivere poesie. La sua prima raccolta, pubblicata nel 1840, fu commentata in termini entusiasti dal poeta Ivan Franko, che parlò di una “chiarezza, respiro ed eleganza di espressione artistica sconosciute precedentemente nei componimenti ucraini”. Negli anni successivi scrisse anche poemi epici e testi teatrali.
Nel 1847 un suo poema, in cui criticava ferocemente la politica imperiale, fu rinvenuto durante una perquisizione nella sede di una società segreta. Ševčenko fu arrestato, rinchiuso in una prigione di San Pietroburgo ed esiliato a Orsk, nella regione degli Urali. Nel confermare la sentenza, lo zar Nicola I aggiunse: “Sotto stretta sorveglianza e con il divieto di scrivere e dipingere.”

Il testamento

Quando morirò, mi interrino
Sull’alta collina
Fra la steppa della mia
Bella Ucraina.
Che si vedano i campi,
Il Dniepr con le rive,
Che si oda il muggito
Del fiume stizzito.
Quando porterà il fiume
Al mare azzurro
Il sangue nero,
Lascerò allor la tomba
Ed andrò da Dio
Per pregare… Prima di ciò
Non conosco Dio.
Sepoltomi, insorgete,
Le catene rompete,
Che il sangue dei nemici
Spruzzi la libertà.
Nella vostra gran famiglia
Nuova, liberata
Vorrei esser ricordato
Con parola grata.

(Traduzione di Evgen Kračevič)


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