Davvero tre religioni diverse?

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di MIKOS TARSIS <>
In fondo che cos’è il moderno ebraismo, quando si esprime nella forma politica del sionismo? In un certo senso è la stessa cosa del moderno islamismo di quei poteri statali che si sono enormemente arricchiti grazie alla vendita delle loro risorse energetiche. È la stessa cosa di quel cristianesimo borghese che ha fatto del denaro la misura del valore di qualunque cosa, avendo mercificato tutto, anche i sentimenti.
Queste sono tre confessioni che del loro idealismo originario non han conservato niente e che s’illudono di combattere per motivi “religiosi”. Sono tre “Chiese” sommamente corrotte, che han venduto l’anima al capitale. Per trovare persone oneste e sincere, in questi monoteismi, bisogna andarle a cercare tra gli ultimi, tra chi s’accontenta dell’essenziale per sopravvivere.
Tuttavia di queste tre religioni una, il cristianesimo, prevale sulle altre, poiché, con la sua capacità mistificatrice, è riuscita a creare qualcosa che nel Medioevo non esisteva: il capitalismo, nelle sue varie forme: commerciale, manifatturiero e industriale. Un capitalismo che oggi è diventato soprattutto finanziario.
Le altre due religioni si sono adeguate: si sono “imborghesite”, conservando, solo in apparenza, i caratteri specifici della propria diversità. Come in Giappone il capitalismo ha conservato tracce dello shintoismo, e in Cina il socialismo mercantile tracce del confucianesimo.
Con una differenza però: l’islam non è altro che un ebraismo semplificato e quindi universalizzato. Nel mondo delle religioni l’ebraismo non ha alcuna possibilità di successo. I grandi personaggi della storia, di origine ebraica (Marx, Freud, Einstein ecc.), erano tutti atei.
Se per questo, neppure l’islam ha futuro, a meno che il Sud globale non sia costretto a subire, da parte del globalismo neoliberista, contraddizioni sempre più vaste e profonde. Quella è una religione usata in funzione anticolonialistica, ma se guardiamo i suoi contenuti teologici, è nettamente inferiore alla complessità del cristianesimo, per non parlare della sua inferiorità abissale rispetto all’umanesimo laico.
Che cos’è dunque la guerra tra Israele e Palestina? È forse la guerra di due religioni opposte? No, è la guerra di due forme di capitalismo, create dalla laicizzazione del cristianesimo occidentale (europeo e nordamericano). Il sionismo rappresenta il capitalismo industriale e finanziario; l’islamismo palestinese rappresenta una sorta di proto-capitalismo agrario e artigianale, privo di industrie significative, quasi impossibilitato a commerciare per colpa del controllo asfissiante dei sionisti, foraggiato finanziariamente da Paesi terzi e da organizzazioni internazionali, nonché dalle rimesse dei transfrontalieri e di quanti vivono all’estero. La disoccupazione a Gaza arriva al 40%.
Sopra questi due contendenti sta l’ipocrisia del cristianesimo borghese, sempre più laicizzato, col suo immenso potere industriale e finanziario, che parteggia per Israele, perché più gli somiglia nella gestione dell’economia, e perché gli serve nella gestione delle riserve energetiche del Medio Oriente.
Ma perché i grandi Paesi islamici, ricchi di petrolio, non scendono direttamente in campo contro Israele? Perché si sentono deboli, hanno paura, stanno uscendo solo adesso dai grandi condizionamenti feudali che hanno impedito loro di diventare dei Paesi capitalisti avanzati.
Al suo nascere Israele non ha avuto bisogno di combattere contro una resistenza vetero-feudale (come non hanno avuto bisogno di farlo i puritani protestanti sbarcati nell’America del Nord). Certamente Israele è ancora alle prese, sul piano culturale e ideologico, con un’ortodossia religiosa piuttosto reazionaria. Ma si tratta pur sempre di una minoranza che non è in grado di ostacolare lo sviluppo di un capitalismo avanzato.
Questo per dire che la popolazione palestinese è destinata a difendersi da sola e, nel suo confronto con la potenza israelitica, è destinata a soccombere, a meno che in suo soccorso non vengano Paesi industrialmente avanzati, come per es. la Russia (agganciata con la Siria) o la Turchia, potente Paese della Nato, nuclearizzato e con un grande esercito per le sue velleità neo-ottomane, o la Cina, che vuole costruire anche in Medio Oriente la sua gigantesca Via della Seta.



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